INTERVISTA A DON LUCIANO
SANVITO DON LUCIANO PRETE "OLTRE"...
ASSOCIATO A RELIGIONI NON APPROVATE?...
E' vero che fai parte di associazioni interreligiose non approvate?...
Ecco il mio Blog interreligioso:
PRETE CONTRO PRETE?...
E' vero che hai portato in tribunale la tua Parrocchia?
Ecco l’intervista al Sig. ..., presidente dell’Associazione Vi Ascoltiamo
La querela per diffamazione vi è stata recapitata o è ancora, solo, scritta sulle locandine dei giornali della provincia di poco tempo fa?
No, la querela non è stata recapitata, né ci sono notizie in procura a Lecco.
Autelitano, si è incontrato con la vostra associazione? E come ha reagito?
Autelitano si è dichiarato disposto ad ascoltarci e informarsi. Ci ha promesso un’ora, alla fine ce ne ha dedicate 2 e mezza. Ha ascoltato e fatto domande. Non ha promesso niente.
I volontari sono ancora off limit dalla struttura?
Volontari off-limit: a quel che mi risulta si, in ogni caso i “vecchi” volontari.
Organizzare un nuovo incontro pubblico non sarebbe una buona idea?
Incontro pubblico? Certo, sarebbe una buona idea. Lo scopo dell’incontro pubblico potrebbe essere di trovare i mezzi e la pressione necessaria per chiedere alla Casa di Riposo di lasciar fare un sondaggio autonomo non ASL. Per fare l’incontro pubblico ecco le sfide che si devono superare:
1. indifferenza. Gli anziani non votano, rappresentano un peso economico e emotivo (senso di colpa). Più si tengono nascosti e meglio è. Anche i familiari tendono a far finta di non vedere che stanno male, a rassegarsi al fatto che siano trattati male. Se dovessero ammettere che stanno male, dovrebbero fare qualcosa per loro, proprio quando rappresentano già un peso economico non indifferente. L’anziano poi tende a non lamentarsi, o perché non conosce i suoi diritti, o perché ha paura, o perché non vuole pesare ancora di più sui familiari, che rischiano poi di venire a trovarlo ancora meno spesso.
2. volontà sistematica di autorità, enti e media di negare il problema, oppure di sminuirlo, o di lavarsene le mani.
3. non voler scontentare nessuno. Tutti sono disposti a fare qualcosa. A condizione che non ci vada di mezzo: il familiare, l’amico, il vicino, il partito, la corrente, il parroco, la religione, per assurdo anche il partito opposto (se noi gli rompiamo le scatole, dopo loro rompono le scatole a noi).
Come procede e come si svilupperà la nuova battaglia del “sondaggio di soddisfazione”?
Il sondaggio anonimo e indipendente sarebbe la chiave. Finora si è fatto finta di credere che gli anziani stiano bene solo in base alle dichiarazioni della direzione della casa di riposo, o peggio, dell’ASL. Nessuno ha mai fatto le verifiche in modo autonomo con ospiti e familiari. Ci sono stati i sondaggi fatti dalla direzione su fogli non anonimi, il che naturalmente non ha nessun valore. L’ASL ha fatto sì un sondaggio, ma l’ASL è parte in causa, non è stata controllata ed ha rifiutato di mostrare i documenti del sondaggio, nonostante fosse un obbligo di legge. L’ASL ha dichiarato che 59 anziani hanno compilato il questionario, di per sè abbastanza complicato anche per una persona orientata. Noi conosciamo tutti gli 87 ospiti e come massimo, ma gran massimo, ce n’erano 32 capaci di rispondere a domande semplici, figuriamoci quelle complicate del questionario. Da dove sono saltate fuori quindi le 59 schede? Naturalmente il sondaggio è risultato moderatamente positivo per la casa di riposo (anche se hanno dovuto fare ammissioni su carenze, atmosfera, rapporti umani). Avere un sondaggio negativo avrebbe messo sotto accusa l’ASL, alla quale sono state fatte molte segnalazioni riguardo la casa di riposo. Abbiamo chiesto un’inchiesta e un sopraluogo indicando le cose da notare e le persone da interrogare. L’ASL ha fatto il sopraluogo badando bene a non guadare dove avevamo detto di guardare e di non interrogare le persone che avevamo indicato. Ha fatto un rapporto positivo sulla casa di riposo e la casa di riposo l’ha sbandierato ai quattro venti.
Il CDA della casa di riposo accetterà un esterno, magari un familiare di qualche ricoverato, anche senza il potere decisionale, al proprio interno?
Il CDA della casa di riposo accetterà solo se costretto, perchè ha fatto di tutto per allontanare occhi e orecchi indiscreti dalla sua gestione. Basterebbe una decisione del vescovo, che purtroppo non ha mai risposto alle nostre lettere, fax. Non ha risposto nemmeno ad una petizione firmata dalla quasi totalità degli anziani e da una trentina di familiari. Accetterà solo se costretto dalla pressione pubblica e degli enti.